Diffusione del miele tra il popolo della montagna: compendio delle conoscenze attuali

 

È sorprendente la frequenza con cui molti nani dorati e nani degli scudi fanno uso del miele nella vita di tutti i giorni; essi usano questo nettare dorato in una varietà inimmaginabile di modi, dai cibi ai medicamenti e persino nell’artigianato.

Breve storia del miele nella società nanica
Molte generazioni fa si formò una società segreta di druidi nani tra clan vicini. Naturalmente anche allora i druidi tra i nani erano assai infrequenti, poiché come oggi vengono classificati come il prodotto della civiltà elfica o umana, mentre il nano saggio rispetta la pietra e tutto ciò che vi si riferisce, e rimette alle mani di Moradin e del Morndinsamman tutto ciò che concerne i fenomeni naturali.
Ciononostante, un piccolo gruppo di druidi nani, che si faceva chiamare Il Conclave della Terra e della Pietra, si riunì per condividere le proprie idee. A questa riunione era presente ogni razza nanica, tranne i nani grigi, e fu proprio in questa occasione che i druidi dei nani selvaggi istruirono i loro cugini sul segreto dell’allevamento delle api.
Spinti dal desiderio di condividere il sapere acquisito e di sfruttarlo a vantaggio dei loro clan, i druidi dei nani dorati e dei nani degli scudi cominciarono a costruire delle arnie per allevare le api ed ottenere così il loro miele, e svilupparono un nuovo metodo di allevamento molto più strutturato, organizzato ed efficiente rispetto a quello che i nani selvaggi avevano loro insegnato (si trattava infatti più di una sorta di controllo e raccolta del miele laddove le api lo producevano spontaneamente, che non di un vero e proprio allevamento).
I nani, che conoscevano il nettare dorato già da tempo, e lo desideravano e lo ricercavano a tal punto che incaricavano delle compagnie mercantili di portargliene, accettarono con entusiasmo la nuova idea dei druidi di costruire le arnie all’interno delle loro città.
Ed ecco che in questo modo i nani ottennero una comoda fonte di miele a portata di mano e i druidi trovarono un loro posto all’interno della società.

Attualmente la produzione di miele attraverso l’allevamento delle api è diffusa in gran parte delle comunità naniche, soprattutto al Nord e nelle città più grandi della Grande Crepa.

 

Il miele e i suoi mille usi
Il primo uso che la maggior parte dei nani fa del miele è l’idromele. L’idromele nanico non è secondo a nessuna tra le bevande fermentate, tanto che la continua necessità di miele è una priorità per le cantine dei fermentatori nani. Far fermentare e diluire il miele è un lavoro che richiede amore e passione, e per molti dei distillatori migliori implica decadi di attento lavoro. Dopo aver miscelato insieme acqua (di solito proveniente dai più freschi ruscelli di roccia delle montagne) e gli alveari tritati, i nani fanno fermentare la mistura in grosse ciotole d’argilla, che dà al loro idromele il tipico aroma di terra. Molti aggiungono anche altre erbe o funghi prataioli o di bosco, ottenendo una bevanda così forte che molti non-nani a fatica riescono ad arrivare alla fine della loro prima pinta.
Alcune delle varietà di idromele più famose, ciascuna con un proprio aroma caratteristico, sono il Blackhammer Dry, lo Sparkling Sorndar, il Medium Yund e lo Sweet Undurr.
Il miele è anche un condimento comune per i cibi. I nani lo aggiungono praticamente a qualsiasi cosa per esaltarne il sapore, ma mai in quantità eccessive. L’unica eccezione è rappresentata dalle occasioni particolari in cui si mangia il miele con l’alveare, dato che l’alveare è commestibile. Questo tuttavia accade solo nelle grandi festività e nei festival, dove gli alveari rappresentano uno dei piatti più prelibati.

I chierici dei nani accolsero a braccia aperte l’allevamento delle api da parte dei druidi, perché il miele è una componente importante per molte delle loro attività: è un rimedio naturale per curare gli acciacchi minori, ed è anche un ingrediente usato in vari unguenti. Ci sono rari incantesimi che richiedono, tra l’altro, notevoli quantità di miele, ed esistono anche rituali e cerimonie che sono suggellate dall’offerta del miele; uno di questi rituali è l’inaugurazione di una nuova miniera, un’altra cerimonia è la benedizione dell’architrave della porta della casa di una neo-coppia di sposi, e la celebrazione del banchetto nuziale stesso.

Il miele è anche un ottimo componente per i prodotti di bellezza e per la cura della persona. Contrariamente a quel che si pensa, ai nani piace avere una pelle morbida e liscia, in particolar modo alle nane; bagni di latte e miele leniscono e idratano naturalmente la pelle, ed alcune maschere per il viso a base di miele ne esaltano il colore. I capelli e le barbe dei nani beneficiano grandemente delle lozioni a base di miele, ed il miele fa anche parte di unguenti magici in quanto protegge la pelle impedendo che questi prodotti la irritino.

Pochi all’infuori dei nani conoscono il valore che il miele ha nell’edilizia. Sorprendentemente, ma non a caso, è un ingrediente fondamentale del cemento: aggiungendo la quantità giusta di miele nella miscela, si ottiene un cemento duro come pietra. Inoltre il miele è utilizzato anche come additivo per le vernici: alcune superfici, sia nell’edilizia che nell’artigianato, ricoperte da un sottile strato di vernice con miele, acquisiscono una sfumatura dorata che ne esalta non solo il colore ma anche la robustezza.

Infine, un altro uso importante è in tempo di guerra, dove il miele viene spesso usato per ricoprire il terreno del nemico che avanza in territorio nanico. Si viene a creare così una superficie appiccicosa che esalta il potenziale delle trappole poste a difesa delle case.

 

Gli Allevatori di Api
I druidi allevatori di api, diffusi soprattutto tra i nani degli scudi e i nani dorati della Grande Crepa, dedicano la loro vita alla cura di questi insetti; sono specializzati in magie che li aiutano in questo compito e possiedono oggetti e medicamenti che alleviano o prevengono il dolore e le altre conseguenze delle punture e del veleno dei pungiglioni.
Gli Allevatori di Api dedicano la maggior parte del loro tempo a provvedere alle necessità delle arnie di loro competenza, inoltre studiano i metodi per raffinare ed utilizzare al meglio il miele di loro produzione.
I druidi di alcune cittadelle del Nord e della Grande Crepa, inoltre, hanno sviluppato l’allevamento delle api giganti, insetti grandi quanto un pony o più in grado di produrre grandissime quantità di miele ma con molta meno regolarità che non le api tradizionali. Inoltre esse faticano ad alimentarsi con sufficiente nettare per fare il miele, così questo particolare tipo di api costituisce solo un’elite all’interno delle ben più vaste arnie tradizionali.
Le api giganti producono, naturalmente, alveari giganteschi, che sono fondamentali nella fermentazione dell’idromele e producono un idromele di una qualità finissima.
Inoltre, essendo così grosse possono essere usate dai druidi come cavalcature. In combattimento i druidi dipingono il proprio corpo a strisce nere e gialle, per dare un maggiore impatto visivo, e si lanciano all’attacco brandendo le loro lance (chiamate “i pungiglioni”). La vista dei nani dipinti a strisce al comando di sciami di api inferocite è una vista terrificante per i nemici, che spesso battono in ritirata dopo aver assaggiato le punture degli insetti. Di solito le api combattono con attacchi ripetuti coi pungiglioni per costringere il nemico alla ritirata, ma se minacciate nel proprio alveare combattono fino alla morte.
Una tattica di difesa delle comunità che ospitano grossi allevamenti di api è proprio quella di dirigere i nemici verso le arnie (spesso diverse caverne lontano dalle abitazioni), e lasciare che siano le api ad occuparsi di loro.

 

 

Tratto da: «Vita e Usanze del Popolo delle Montagne», di
Bronn Hammer, chierico di Moradin
- Biblioteca di Ravens Bluff -